Scuola “Luigi Bombardieri”

SCUOLA DI ALPINISMO E DI SCI ALPINISMO DELLA PROVINCIA DI SONDRIO “LUIGI BOMBARDIERI”

La Scuola di Alpinismo della Sezione Valtellinese del C.A.I. fu fondata nel 1960 e intitolata a Luigi Bombardieri caduto nel 1957, mentre saliva in elicottero alla Capanna Marinelli, posta a 2813 m nel Gruppo del Bernina. A questo rifugio aveva dedicato molte cure, tanto che in seguito venne intestato anche a lui.

CHI ERA LUIGI BOMBARDIERI

Fu uno degli alpinisti valtellinesi più rappresentativi della sua epoca. Nel C.A.I., Sezione Valtellinese di Sondrio, da sempre, fu consigliere per tanti anni, vicepresidente pure per molti altri, presidente dal 1937 al 1946 e poi ancora vice­presidente.Il suo nome è legato, anche per stretti vincoli di amicizia, con quello della Guida Alpina Cesare Folatti (detto il Piz) con il quale fece le salite più importanti. Fu un antesignano della scuola di alpinismo e di sci alpinismo, come si vedrà in seguito, e alla sua morte, per sua volontà testamentaria, venne istituita la “Fondazione L. Bombardieri” con una “sezione educativa” per sostenere l’appren­dimento della conoscenza dell’ ambiente delle nostre montagne, quindi anche la scuola di alpinismo e ogni iniziativa didattica indirizzata allo scopo da lui indicato.Il suo nome è legato soprattutto alla prima ascensione di quello che verrà chia­mato “Canalone Folatti”. Così lui stesso scrive: “Addì 21 luglio 1933, XI, le guide Folatti e Mitta, zavorrate dal sottoscritto, hanno compiuto la prima ascensione al Colle d’Argient dello Scerscen Superiore per il canalone di ghiaccio … “. L’impresa era stata tentata poco tempo prima dalla cordata Alfredo Corti, Peppo Fojanini e il cap. Sora, che dovettero rinunciare per le scariche di ghiaccio.

Ecco la sua principale attività alpinistica:

  • 1923 Via Baroni al M. Disgrazia, con L. Mambretti e Giudice;
  • 1927 Spigolo Nord della Cima di Caspoggio, con A. Pansera e C. Tiengo; 1932 Pizzo Cassandra per cresta N-E, 2a salita;
  • Traversata completa delle Cime di Musella;
  • Traversata della Cresta Guzza da E a O, con Cesare Folatti; Traversata Roseg-Scerscen-Bernina, con C. Folatti, 1 a italiana, Parete Nord del M. Cristallo, con C. Folatti, 1 a salita;
  • 1933 Canalone Folatti, con C. Folatti e Peppino Mitta, 1 a salita; Parete Nord del Piz Tukett, con C. Folatti, 2a salita;
  • 1934 Spigolo Nord del Pizzo Trafoi;
  • 1935 Cresta Guzza parete Nord, con C. Folatti, 1 a italiana; Parete Nord del P. Tresero, con C. Folatti, 2a salita;
  • 1936 Parete Nord del S. Matteo, con C. Folatti, la italiana;
  • 1937 Prima discesa del Canalone Nord della Forcola di Bellavista alla Vedretta di Pers, con Cesare Folatti. Il canalone era stato percorso in salita quindici giorni prima da alcuni svizzeri “con difficoltà molto inferiori”;
  • 1938 Parete Nord del Pizzo Verona, sempre con C. Folatti, la salita.

Compì inoltre altre traversate impegnative e salite nelle Retiche e nelle Orobie con un paio di puntate nelle Dolomiti e nella zona del Cervino.

Inventò nel 1935 l’arpione Roseg: chiodo semi tubolare da ghiaccio prima, poi, il definitivo, tubolare con feritoie, leggerissimo, secondo un principio su cui sono basati molti chiodi successivi e seguito ancora oggi. L’arpione trovò poi un’ appli­cazione nel doppio arpione Roseg, adatto per la sua affidabilità e sicurezza soprat­tutto nelle soste.

SCUOLA DI ALPINISMO LUIGI BOMBARDIERI

Premesse

Da sempre nel Club Alpino, non solo Valtellinese, gli anziani alpinisti, più esperti, hanno insegnato ai giovani a salire sulle montagne tirandoseli dietro nelle ascensioni e insegnando loro a fare dell’ alpinismo inteso nel suo significato di arrampicata su roccia e su ghiaccio.Le innumerevoli gite con i giovani delle scuole superiori, organizzate dai diri­genti del C.A.I. negli anni ’20/30, professori Giacomo Balatti, Bruno Credaro, Amedeo Pansera e altri, stanno a dimostrare la vocazione “didattica” del C.A.I!.Ancora prima, sul finire dell’800, numerose furono le gite organizzate a Sondrio per gli studenti, quando il C.A.I. era ancora un’associazione d’élite.Ad una struttura scolastica studiata appositamente, con un programma specifi­co, si giunse, a Sondrio, nel 1935 in seno a quello che allora veniva chiamato “Centro Alpinistico Italiano”, invece di Club Alpino Italiano, per la nota anglofobia del regime fascista. In quell’anno, il segretario politico del G.U.F. (Gruppo Universitario Fascista)* di Sondrio chiese al consiglio del C.A.I.Valtellinese di poter istituire una “Scuola Nazionale di Ghiaccio” alla Capanna Marinelli. Nel 1935, date le condizioni della Marinelli, che in quell’anno era in fase di ristruttura­zione, venne deliberato di fare un “tentativo di prova” con soli elementi della pro­vincia e di continuare l’esperienza limitata nel 1936. Tutto questo sarebbe stato prudenziale e feconda fonte di esperienza per attuare il bel programma nel 1937″. Di fatto venne poi realizzata solo nel 1937 a livello provinciale, come risulta dai giornali dell’epoca. Si chiamò “Scuola di Ghiaccio e Roccia” e fu organizzata dal G.V.E di Sondrio con l’assistenza del c.A.!. Valtellinese. Si tenne in tre turni, dal 18 luglio all’ 8 agosto con un totale di 40 partecipanti (11-14-15) di cui 7 stranie­ri. La scuola era considerata un’attività “valevole per l’assegnazione del rostro d’oro del Duce” (concorso alpinistico annuale dei G.V.F.-Nord). Il Popolo Valtellinese così riportò il programma: ” … un susseguirsi di lezioni pratiche-teori­che e ascensioni. L’insegnamento tecnico è affidato alle valorose guide del Bernina. Capo corso è Cesare Folatti coadiuvato dalle guide Peppino Mitta, Tullio Dell’ Andrino, Silvio Pedrotti e Carlo Joli”. Le lezioni vertevano su “equipaggia­mento e suo uso, marcia senza ramponi su pendii ghiacciati e taglio di gradini, marcia in cordata su ghiacciai, crestini e mezzi moderni di assicurazione, ascensio­ni di ghiaccio, ascensioni miste”. Durante i corsi fu sperimentato l’arpione Roseg di recente inventato da Luigi Bombardieri, che fu l’unico chiodo da ghiaccio usato. “La scuola è divisa in tre corsi A, B, C: alpinisti di fama, provetti, principianti”. Il corso C “indulgerà di più sulle lezioni teoriche e pratiche, gli altri due hanno carat­tere più pratico ascensionistico. Quota d’iscrizione L. 180 più L. 30″. Oltre agli scarponi furono usate anche le pedule. Fu sperimentato anche il “doppio arpione Roseg, tubolare, leggerissimo, di facile penetrazione”.Nel 1938 divenne “Scuola Nazionale di Alpinismo” sempre con la “collabora­zione amorevole del Cai Valtellinese”. Si effettuarono 4 turni dal 17!7 al 25/8 e vi parteciparono 57 allievi (8-19-12-17), furono effettuate 36 ascensioni con 217 partecipanti. Direttore fu Pippo Rasella; istruttori, oltre alle guide dell’anno prima, furono Gaetano Mitta, Isacco Dell’ Avo, Nino Dell’ Andrino. Parteciparono, come aiuto istruttori, Peppo Perego, Giuseppe Marini, Giannino Soncelli, Gregorio Trippi. Casualmente Riccardo Cassin, Ginetto Esposito e Ugo Tizzoni si trovavano alla Marinelli per l’allenamento in preparazione alla salita dello Sperone Nord della Punta Walker alle Grandes Jorasses che poi effettuarono subito dopo. In quel­l’occasione diedero una mano guidando il primo turno. Ci furono poi altri illustri alpinisti come gli accademici Corti, Chabod, Rivero e Andreis, che furono “i maestri della scuola”. In questa edizione il programma fu allargato e, trattandosi di una scuola a carattere nazionale, tra gli argomenti non potevano mancare “temi politici delle Alpi legati al periodo fascista” come “la conoscenza dei capisaldi della nostra difesa militare e gli obiettivi di una politica esteroimperiale”.Un’ altra curiosità, che rivela l’atteggiamento del regime nei confronti degli abitanti della montagna, concludeva il programma di indottrinamento, che poco o nulla aveva a che fare con la scuola: “il problema sociale della montagna”. Esso consisteva nella “conoscenza delle condizioni di vita del montanaro, delle sue necessità, dei suoi bisogni, delle sue speranze, della sua fede”.Come si può vedere, dal programma risulta chiara l’impostazione ideologica della scuola di cui, per fortuna, oggi si è persa ogni traccia. Tipico del regime anche l’atteggiamento paternalistico verso il montanaro: “il povero montanaro”. Comunque, l’elenco delle salite è vario e interessante e questo era lo scopo princi­pale della scuola.Nel 1939, la Scuola Nazionale si svolse, per l’ultimo anno, dal 16 luglio al 24 agosto in quattro turni di lO giorni l’uno.Con “l’inizio delle ostilità” la Scuola della Marinelli si chiuse in modo definiti­vo. Fu poi riaperta nel 1951.Giuseppe Marini racconta che lo staff fu scelto dal dotto Giacomo Biglioli ed era composto da Gennaro Barbarisi, direttore, Cesare Folatti, Guida Alpina, e Giuseppe Marini, istruttore, e come vice Peppino Mitta e Arturo Regazzoni. La scuola di alpinismo alla Capanna Marinelli fu definitivamente chiusa subito dopo.

­­____________

 * il G.U.F. era, allora, una categoria di iscritti appartenente al c.A.!. Nel 1939, su Il Popolo Valtellinese, troviamo: “al 28 ott. XVI (leggi 1938 n.d.a.) i soci della nostra Sezione ammontano a n. 346 così suddivisi: 4 perpetui, 35 vitalizi, 187 ordinari, 76 aggregati (familiari n.d.a.), lO operai, 9 GIL ordinari, 3 GIL aggregati, 22 GUF ordi­nari”. La “speciale categoria” nel c.A.I.Valtellinese venne annullata nel 1939.

LA SCUOLA DI ALPINISMO

Il consiglio direttivo della Sezione Valtellinese del C.A.I., nel 1960, istituì la Scuola di Alpinismo e la intitolò a Luigi Bombardieri, affidandone la direzione a Ce1so Ortelli, consigliere, che aveva frequentato la prima parte del Corso Nazionale per Istruttori di Alpinismo.Nel 1956 era sorto il gruppo intitolato a “Peppo Perego”, giovane promessa del­l’alpinismo valtellinese, medaglia d’oro, caduto nella ritirata di Russia e già istruttore alla Capanna Marinelli. Era formato da giovani alpinisti, capeggiati da Celso Ortelli, che in pochi anni avevano accumulato una grande esperienza e dimostrato le loro capacità cimentandosi in numerosissime ascensioni di grande difficoltà.Il neo direttore della scuola, con questi amici alpinisti, poté mettere assieme unostaff di “istruttori sezionali” molto preparati e affiatati.

L’organico della scuola, alla sua fondazione, era così costituito:

       Direttore:                      Celso Ortelli;

       Vice Direttore:             Tullio Speckenhauser;

       Istruttori:                      Piero Antonucci, Lorenzo Banfi, Enrico Lenatti;

       Segretario:                    Bruno De Dosso.

Il programma prevedeva: “Parte teorico-culturale: equipaggiamento, alimentazio­ne, pronto soccorso, flora, fauna, orientamento e lettura delle carte topografiche e problemi dell’alpinismo in generale, da tenersi presso la sede in altrettante lezioni”;”Parte tecnico-pratica: … applicazione pratica degli elementi appresi durante le lezio­ni teoriche di tecnica alpinistica da tenersi in sei uscite di domenica in luglio e ago­sto”.A questo primo corso seguirono, uno all’anno, tutti gli altri fino a oggi.Celso Ortelli ottenne l’anno dopo il titolo di Istruttore Nazionale di Alpinismo (!.N.A.) e Tullio Speckenhauser, in seguito, divenne Accademico del C.A.!. (C.A.A.L).Pian piano altri alpinisti frequentarono i corsi nazionali e regionali e diventarono istruttori regionali (LA.) e nazionali (LN.A.) di alpinismo.Nel 1964, sempre nell’ambito della Scuola di Alpinismo, venne istituito, in aggiunta all’ormai usuale corso, il corso “Alta Montagna” dal 25 luglio al 2 agosto alla Capanna Marinelli, sempre sotto la direzione di Celso Ortelli, aiutato da “esperti alpinisti della Sezione e da Guide Alpine”.Il programma prevedeva, oltre alle lezioni teoriche e pratiche, l’ascensione alle Cime di Musella, al Pizzo Bernina,al Pizzo Roseg e al Pizzo Palù.Al corso potevano partecipare i migliori allievi del corso che oggi chiameremmo base”. Il corso “Alta Montagna” venne tenuto per 4 anni, fino al 1967. Dal 1966 al 1968 venne istituto “parallelamente” un “corso di perfezionamento”, che si teneva contemporaneamente a quello normale, cui potevano accedere “gli allievi distinti si nei precedenti corsi o alpinisti di provata esperienza basilare”. Questo corso si svolgeva con un programma specifico proprio e propri istruttori.Nel 1966 la Scuola fu fune stata da una non prevedibile disgrazia. Mentre istruttori e allievi stavano portandosi all’attacco della via diretta al Torrione Porro, sopra la capanna omonima, improvvisamente degli enormi massi di roccia si staccarono dalla parete sovrastante, investendo il gruppo e provocando la morte di tre allievi e numero­si feriti. I morti furono Bruno Gianetti, Bruna Forni e Maria Grazia Moroni. Fu un grande lutto per la Sezione Valtellinese, per la città di Sondrio e per tutto il mondo della montagna; la partecipazione al dolore dei familiari fu corale. Nel 1972 il pro­gramma del corso di alpinismo si articolò meglio in alpinismo su roccia e alpinismo su ghiaccio, in due periodi distinti, in giugno per il primo e in settembre per il secon­do.Nel 1973, sempre in aggiunta al normale corso, venne istituto il “Primo corso di introduzione alla montagna” con un programma molto articolato e cioè:

1a parte: escursioni in località alpine e presso i rifugi del Cai della Valtellina e nozioni elementari dell’equipaggiamento, comportamento in montagna, geografia, foto­grafia in montagna, meteorologia, fisiologia e pronto soccorso.

2a parte: escursioni in montagna con gli sci e nozioni elementari di equipaggia­mento e attrezzatura, uso degli sci in montagna, neve e valanghe.

3a parte: uscite in palestre naturali di roccia in montagna e salite in montagna con nozioni di spirito e storia dell’alpinismo, pericoli, tecnica di arrampicata su roccia e su ghiaccio, preparazione di una salita, nozioni elementari di pronto soccorso alpino. Verranno proiettati film e diapositive sugli argomenti trattati”.

Nel 1980, Celso Ortelli lasciò la direzione del Corso di Alpinismo (dirigerà ancora la Scuola fino al 1983) per passarla al suo degno successore Franco Gugiatti, Istruttore Nazionale di Alpinismo, alpinista che ha compiuto grandi imprese, soprattutto col fra­tello Ermanno (memorabile la l a invernale allo spigolo N-O del Cengalo dal 22 al 26 dicembre 1972 per celebrare il secolo di vita del c.A.!. Valtellinese) e che ha parteci­pato alla spedizione Cassin al Lotse portandovi un importante contributo. Già dal 1974 faceva parte della Scuola Nazionale di Alpinismo del C.A.I. e della Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo e Sci Alpinismo.

Dopo i primi istruttori citati, nel tempo, ne sono seguiti molti altri che è doveroso ricordare, anche col rischio di dimenticarne qualcuno:

Ezio Angelini, Angelo Azzalini, Roberto Bartesaghi, Giorgio Bertarelli (AGAI), Luigi (Buin) Bongio, Carlo Boscacci (AGAI), Felice Bottani, Antonio Busi, Giuseppe (Chi scio ) Caneva, Riccardo Canova, Erio Della Maddalena, Fausto Del Vo, Amos De Maestri, Vincenzo Fagioli (AGAI), Gianni Fattorini, Antonio (Parsut) Forni, Luigi Groppo, Ermanno Gugiatti (INA), Nicola Martelli, Luigi (Bartali) Marveggio, Vittorio Ortelli, Pier Luigi Piasini, Giovanni Riva, Massimo Rossettini, Andrea Tabacchi.

Il ricambio che ci fu gradualmente nel corpo istruttori e la loro crescente prepa­razione garantirono una continua evoluzione e un miglioramento della struttura didattica. Fu in questo periodo che la scuola rinnovò l’organico, passando da una maggioranza di “Istruttori Sezionali”, che rappresentarono 1’ossatura della scuola nel primo periodo, a una maggioranza di Istruttori di Alpinismo e di Sci Alpinismo regionali e nazionali (LA., LN.A., LS.A e LN.S.A.).Questa progressiva, continua e sempre più accurata preparazione e qualifica­zione del corpo docente e dei dirigenti pone oggi la Scuola di Alpinismo e Sci Alpinismo della provincia di Sondrio “Luigi Bombardieri” tra le migliori in assolu­to per serietà, metodi didattici, risultati.

Nel 1984 Gugiatti passò a dirigere anche la Scuola oltre al Corso.

Nel 1989, nella direzione del Corso di Alpinismo, gli successe l’istruttore di alpinismo Camillo Della Vedova, che lo dirige tuttora.

Della Vedova è giunto all’alpinismo relativamente tardi come età, ha all’attivo però moltissime classiche di primo piano nelle Alpi e parecchie imprese extraeuro­pee tra cui la salita all’Istor-o-Nal (7373 m) nel Pakistan con la spedizione orga­nizzata dal C.A.L Valtellinese nel 1990.

Dalla Scuola, in questi ultimi anni, è uscita la gran parte dei giovani alpinisti di valore che si sono espressi anche nell’arrampicata libera.

L’ambiente umano è sempre stato molto positivo, ma negli ultimi tempi si è ulteriormente migliorato e si può dire che è grande merito della Scuola se la sede sociale è il ritrovo privilegiato dove si incontrano, soprattutto al venerdì, istruttori e allievi, per progettare sempre nuove imprese, anche al di fuori dei corsi, in grande spirito di cordialità e amicizia. E’ questa la situazione ideale dalla quale nascono progetti, iniziative, idee …

Il corso di alpinismo ha effettuato nel 1995 la sua 36a edizione. In questi ultimi anni ci sono stati ulteriori approfondimenti nella didattica, seguendo con attenzione l’evoluzione delle tecniche alpinistiche e dell’alpinismo in generale.

IL CORSO DI SCI ALPINISMO

Il corso di sci alpinismo, sempre nell’ambito della Scuola “Luigi Bombardieri”, nacque nel 1974 sotto la direzione, ancora una volta, di Celso Ortelli (I.N.A.).

Premesse

Anche nello sci alpinismo la vocazione all’insegnamento della Sezione Valtellinese si manifestò molto presto.

Negli anni ’20, nel 1923 per la precisione, troviamo nei verbali del consiglio un programma di “gite sciistiche”. Si trattava di vere e proprie gite sci alpinistiche guidate, con esercitazioni, ovviamente con i materiali rudimentali di allora: cordini intrecciati sotto gli sci per salire, attacchi non di sicurezza, ecc.

Nel verbale del 19.12.1922 troviamo programmata “in marzo: l-Corna Mara, con ski; … “.

Nel 1924 il programma è molto più dettagliato: ” … 5° sky -1 ° Chiareggio, mese di gennaio, Bombardieri; 2° Traversata Cavalline-Rogneda per Bocchetta di Mara-Febbraio-Credaro; 3° Marinelli-Passo Sella-Pontresina, data da fissare, Bombardieri; 4° Esercitazioni domenicali all’ Aprica, Bombardieri. I sci saranno ceduti a nolo a lire 3 al giorno … la domanda di nolo deve essere appoggiata da un socio maggiorenne … “.

Come si può vedere le gite erano tutt’ altro che banali. Si può annotare che con le “esercitazioni domenicali”, 1’apertura ai non soci, nonché la nomina di un responsabile da parte del consiglio, si voleva attuare una prima forma d’insegna­mento per coloro che volevano partecipare alle “gite sciistiche”. E’ in pratica un piccolo corso, anche se informale, di sci alpinismo.

Il C.A.I., più o meno ogni anno, come risulta dai verbali del consiglio direttivo, ha organizzato parecchie “gite sciistiche” fino agli anni ’70.

Nel 1969 la Sezione iniziò a organizzare una serie di gite-scuola, con una note­vole partecipazione, che continuano negli anni successivi.

A questo punto, però, c’è da fare un’annotazione. Nel 1968 era nato il Rally Sci Alpinistico del Bernina organizzato dalla Società Alpinistica Retia, originata da una scissione di giovani dal C.A.I. Valtellinese. In Valtellina di rally sci alpinistici ne erano già stati organizzati dal C.A.I., come quello Cai-Caf (Club Alpino Francese) alla Marinelli nel 1957, e nel ’65 organizzato dalla Sezione Valtellinese con la Sez. Fior di Roccia di Milano. Fu però la prima, la Retia, a organizzare una scuola di sci alpinismo nel 1968, tra le prime in Italia.La scuola proseguì solo per un paio d’anni, ma fu senz’altro un’esperienza positiva e importante nella storia della didattica e dello sci alpinismo valtellinese.Nel 1974 finalmente il C.A.I.Valtellinese istituì il primo corso di sci alpinismo sotto la direzione di Celso Ortelli che, come è già stato detto era anche direttore della scuola. Il programma prevedeva 5 uscite pratiche (l’ultima di due giorni) e altrettante lezioni teoriche, tenute il venerdì precedente le uscite domenicali. Argomenti: “nozioni di equipaggiamento, pronto soccorso, topografia e orienta­mento, valanghe, ecc.”.Un programma simile era già stato inserito nel 1973 nel corso di “IntroduziOlie alla Montagna” di cui questo fu la naturale evoluzione. Erroneamente, venne dato il numero uno sia a quello del 1974 sia a quello successivo del 1975, per cui la numerazione rimase in ritardo di uno rispetto ai corsi effettivamente portati a ter­mine. Se escludiamo il 1989, anno in cui il corso non venne effettuato per mancan­za di neve e quindi di allievi, il corso del 1995 è stato il 210 della serie. Dopo il primo avvio di Ortelli, il secondo corso nel 1975 fu affidato al compianto Carlo Pedroni, che aveva il titolo di Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo (I.N.S.A.).

Il Corso proseguì negli anni successivi con diversi direttori titolati che furono:

Tullio Speckenhauser, ancora Pedroni, Luigi Raimondi, Paolo Civera, Giampietro Bondiolotti, Gianpietro Scherini, Mario Vannuccini e ora Angelo Bettinelli.

L’unico direttore non della Sezione fu Raimondi di Lecco, nel 1982. La Sezione fu costretta a chiamarlo in quanto per poter avere il nulla-osta della sede centrale occorreva un titolato e i due istruttori nazionali Speckenhauser e Pedroni, per contrasti col Consiglio, non vollero assumere la direzione del corso. Di fatto, il corso fu orga­nizzato e condotto da Mario Mevio. L’anno dopo assunse la direzione Paolo Civera che nel frattempo aveva frequentato il corso regionale, conseguendo il titolo di Istruttore di Sci Alpinismo necessario per avere il nulla-osta per il corso dal c.A.I. centrale. Non essendo disponibili i due nazionali e non essendoci regionali, ci si dovette affidare, come per la scuola d’alpinismo, agli Istruttori Sezionali che, ancora una volta, furono l’ossatura portante dei corsi fino a quando, negli anni successivi, pian piano, molti frequentarono i corsi regionali e nazionali.

Per vari anni furono i vari Sergio Castiglioni, Enrico Gianatti, Mario Mevio, Mauro De Marzi, Camillo Selvetti, Ugo Negri, Umberto Folatti della Valmalenco, Pietro Bondiolotti … a coadiuvare il direttore dei corsi di sci alpinismo. Gli anni che vanno dal 1980 in poi rappresentarono un periodo molto importante per lo sci alpini­smo e quindi per la scuola. Furono anni di grandi cambiamenti ed evoluzioni.

Sotto la spinta dei numerosi rally sci alpinistici, i materiali subirono una evoluzio­ne senza precedenti e impensabile fino a qualche anno prima. Solo in Valtellina si effettuarono 7 rally ogni anno, di cui tre di due giorni: quello del Bernina, organizzato dalla nostra Sezione, era il più impegnativo in assoluto. Crebbe pure, in modo vertigi­noso, il numero di coloro che iniziavano a praticare lo sci alpinismo e di conseguenza crebbero l’importanza della scuola e le sue responsabilità. Il suo compito infatti era quello di preparare tutti coloro che scoprivano una nuova dimensione, dello sci e della montagna, ad affrontare con un’ adeguata preparazione i pericoli che si presentano nel periodo invernale nell’ ambiente montano che è quello tipico dello sci alpinismo. Si approfondirono quindi i programmi d’insegnamento, aumentando le materie trattate, e aumentò di pari passo la preparazione degli istruttori.Fu della seconda meta degli anni ’70 l’invenzione, la preziosissima invenzione, dell’ Arva, apparecchio cerca persone, che la scuola adottò immediatamente insegnan­do il suo corretto uso con lezioni teoriche e numerose esercitazioni.

Negli ultimi anni ci fu una sorta di cambio generazionale nei direttori. Si è passati cioè ad affidare l’incarico ai giovani come Mario Vannuccini e Angelo Bettinelli che rappresentano l’ultima generazione degli istruttori di sci alpinismo. Ciò è avvenuto con ottimi risultati.Anche al corso di sci alpinismo l’adesione degli allievi è sempre più numerosa ed entusiasta. Dal 1995 è iniziata la programmazione ufficiale delle gite sci alpinistiche per coloro che hanno già frequentato il corso e per chi è già esperto. L’iniziativa non poteva non essere affidata alla Scuola e ai suoi istruttori. Infatti i responsabili sono due LS.A., Paolo Civera e Dario Mura, aiutati da due “sezionali”, Nicoletta Del Vecchio e Edoardo Della Cagnoletta. E’ questo un prolungamento naturale del Corso dove non viene meno la funzione didattica del corpo istruttori.

LA SCUOLA DI ALPINISMO E SCI ALPINISMO DELLA PROVINCIA DI SONDRIO “LUIGI BOMBARDIERI”

Con l’istituzione del Corso di Sci Alpinismo la Scuola di Alpinismo “Luigi Bombardieri” divenne, nel 1974, Scuola di Alpinismo e Sci Alpinismo “Luigi Bombardieri”.

 Nel 1992, dopo che l’idea era stata lanciata e portata avanti dall’Istruttore di Sci Alpinismo Paolo Civera, in seguito ad un accordo tra le Sezioni Valtellinesi e Valchiavennasche del C.A.I., caldeggiata dal C.A.I. Centrale, la Scuola divenne Scuola di Alpinismo e Sci Alpinismo della provincia di Sondrio “Luigi Bombardieri” .Le Sezioni dell’ Alta Valle per ragioni storiche, pur condividendo l’impostazio­ne e riconoscendone l’importanza, non hanno aderito dal punto di vista operativo, perché hanno un’antica collaborazione con le Guide Alpine, per quanto riguarda i corsi di alpinismo e sci alpinismo.

Le sezioni aderenti sono quindi state: Valtellinese Sondrio, con le Sotto sezioni di Tirano e di Ponte, la Sezione di Morbegno, quella di Chiavenna e quella della Valmalenco.

Subito venne formato un comitato costituente con:

       Presidente:           Sergio Salini, Presidente della Sezione di Chiavenna;

       Direttore:              Franco Gugiatti, I.N.A. della Valtellinese di Sondrio;

       Vice Direttore:     Franco Scotti, I.S.A. di Morbegno;

       Segretario:            Paolo Civera.

Nel 1993 la direzione passò da Franco Gugiatti INA a Gianpietro Scherini INSA-CAAI e vennero organizzati:

– un corso base di sci alpinismo con sede a Sondrio, diretto da Mario Vannuccini, I.S.A.;

– un corso base di sci alpinismo a Morbegno, diretto da Franco Scotti, I.S.A.;

– un corso avanzato di sci alpinismo, diretto da Gianpietro Scherini, I.N.S.A.- C.A.A.I.;

– un corso di alpinismo con sede a Sondrio, diretto da Camillo Della Vedova, IA..

Questi corsi sono stati i primi della Scuola Provinciale che, peraltro, ha conser­vato l’intitolazione a “Luigi Bombardieri”. I corsi di Sondrio hanno conservato la numerazione tradizionale.

La scuola provinciale ha rappresentato per tutti un importante passo avanti, una più ampia e omogenea organizzazione didattica, una unificazione provinciale degli insegnamenti, rispetto alla precedente organizzazione del Cai Valtellinese che rimane la base solida su cui è sorta la Scuola Provinciale e alle precedenti esperien­ze delle altre Sezioni.

La nuova struttura, con l’importante apporto delle esperienze e della prepara­zione delle altre Sezioni, ha rafforzato ulteriormente il corpo didattico di Sondrio.

Lo scambio di idee, il confronto tra le Sezioni aderenti, ha creato una struttura molto importante: una delle prime a livello provinciale in Italia.

L’esperienza positiva ormai va avanti da tre anni e ogni anno si consolida sem­pre più, anche affiatando maggiormente il corpo docente.

Nel 1995 la scuola si è arricchita del lO Corso di Arrampicata Sportiva diretto da Daniele Pigoni, Istruttore Nazionale di Arrampicata Sportiva, LA.L., tenuto si nel mese di luglio.

Alla fine del 1995 il comitato direttivo è stato modificato come segue:

     Presidente:            Celso Ortelli, LN.A. (Sondrio);

     Direttore:               Gianpietro Scherini, LN.S.A.-C.A.A.L (Sondrio);

    Vice Direttore:       Franco Scotti, LS.A. (Morbegno);

     Segretario:             Mauro Rusconi (Ponte in Valtellina).

Negli anni precedenti la scuola, cioè dagli anni della fondazione delle Sezioni fino al 1960, l’insegnamento delle varie tecniche alpinistiche veniva impartito, come abbiamo visto, in modo informale dai vari dirigenti del c.A.!. che avevano maturato, a volte con le Guide, un’esperienza alpinistica più o meno intensa e a vari livelli, sufficiente comunque perché potessero insegnare qualcosa ai giovani inesperti.

Già con la Scuola di Alpinismo alla Capanna Marinelli nel 1937 ci fu una scel­ta, e quindi una selezione, del direttore e degli istruttori operata tra i più forti alpi­nisti dell’epoca, i Perego, i Marini, i Folatti … , tenendo conto della loro preparazio­ne e della loro esperienza.

Con la nascita della Scuola, che, come abbiamo visto, proseguì nella sua importante opera, la scelta del direttore fu, possiamo dire, obbligata, e cadde per forza di cose sull’unico titolato che aveva frequentato la prima parte del Corso Nazionale per Istruttori di Alpinismo: Celso Ortelli. Questo anche agli effetti della legittimazione della Scuola da parte della Sede Centrale.

Il primo nucleo degli istruttori fu formato ancora una volta da alpinisti di pro­vata capacità ed esperti della montagna. In particolare, come si è visto, da coloro che facevano parte del Gruppo Alpinistico “Peppo Perego” fondato nel 1956 dallo stesso Ortelli con alcuni amici, con l’aiuto di alcune Guide Alpine.

Erano gli “Istruttori Sezionali” che furono indispensabili allora ,come oggi sono ancora molto preziosi.

Man mano che gli anni passavano la Scuola di Alpinismo, e poi di Sci Alpinismo, si andò sempre più specializzando, affinando la tecnica didattica, uniformandola agli indirizzi nazionali dati dalla Sede Centrale, per mezzo di orga­nismi specializzati come le Commissioni per le Scuole di Alpinismo e Sci Alpinismo e la Scuola Centrale di Alpinismo. Molti allievi che avevano frequenta­to i corsi sezionali si iscrissero ai corsi regionali e nazionali, diventando istruttori titolati, e specificamente preparati, di alpinismo e di sci alpinismo.Tutto questo con una severa selezione tendente a qualificare sempre meglio i corsi, attraverso gli uomini che vi insegnavano.Oggi il corpo istruttori della Scuola, sia per i corsi di alpinismo che per quelli di sci alpinismo, è abbastanza numeroso e molto preparato ed efficiente.

Con la fondazione della Scuola Provinciale, al gruppo portante della Sezione Valtellinese, cui ha dato un determinante contributo la Sotto sezione di Tirano, si sono aggiunti gli istruttori di Morbegno, di Valmalenco e di Chiavenna che hanno contribuito a potenziare e qualificare sempre di più il gruppo.

Come ogni corpo docente che vuoI continuare a fregiarsi di questo titolo, oltre a insegnare, e per insegnare sempre meglio e in modo uniforme, gli istruttori si ritrovano almeno 3/4 volte all’anno per incontri specifici di aggiornamento di roc­cia, di ghiaccio, di sci alpinismo. La qualificazione quindi è continua e sempre attenta all’evoluzione delle tecniche didattiche, per formare alpinisti e sci alpinisti preparati ad affrontare i rischi della montagna.I necessari collegamenti, con l’evoluzione della scuola e delle tecniche didatti­che a livello nazionale e regionale, sono tenuti da anni da vari istruttori che fanno parte delle commissioni appositamente istituite. Felice Bordoni, istruttore sezionale, ha fatto parte dal 1984 al 1986 della Commissione Regionale di Alpinismo. Della stessa Camillo Della Vedova, LA., ha fatto parte dal 1987 al 1988 e dal 1992 a oggi. Paolo Civera, LS.A., ha fatto parte della Commissione Regionale di Sci Alpinismo dal 1984 al 1994, dal 1995 l’incari­co è passato a Dario Mura, LS.A .. Franco Gugiatti, LN.A., ha fatto parte della Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo dal 1974 al 1986 e della Scuola Centrale di Alpinismo dal 1974 e continua.

Va rilevato come da parte di tutti gli istruttori e, in particolare, da parte di que­sti ultimi citati e dei direttori della scuola e dei corsi, venga messo in atto un impegno di volontariato molto importante quanto poco conosciuto e riconosciuto. Va tenuto conto che il corpo docente della Scuola costituisce anche il gruppo più pre­parato dei soccorritori del C.N.S.A., Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico.

Da ultimo non si può dimenticare il contributo decisivo che gli istruttori di alpinismo e di sci alpinismo della Scuola “Luigi Bombardieri” diedero sempre per tanti anni nella realizzazione delle varie edizioni del Rally Internazionale Sci Alpinistico del Bernina, organizzato dalla Sezione Valtellinese.

Il tracciato, i passaggi attrezzati, la sicurezza dei partecipanti, dei controlli e dei cronometristi, è sempre stata affidata a loro. Senza tecnici alpinisti e sci alpinisti come loro, manifestazioni come il Rally del Bernina, tenuto conto anche delle alte quote alle quali si svolgeva, non si sarebbero potute portare a termine in tutta sicu­rezza. Anche questo è un merito non da poco che si aggiunge agli altri.

Voglio concludere questo paragrafo mettendo in risalto che tutto quello che gli istruttori fanno e di cui ho parlato è fatto con lo spirito del volontariato che contraddi­stingue l’opera del Club Alpino Italiano come tante altre associazioni in Italia

GLI ALLIEVI

Sono coloro che hanno usufruito e usufruiranno dell’impegno, della passione e della preparazione degli istruttori.

Calcolare il numero di coloro che hanno frequentato i corsi della Scuola “Luigi Bombardieri” forse non è possibile con la precisione delle statistiche, perché molte carte non si trovano o non venivano scritte e conservate. Il calcolo esatto è possibi­le da quando la Sezione Valtellinese ha iniziato a stampare ogni anno l’Annuario e cioè dal 1984. Basandosi su questi dati, con una ragionevole approssimazione, per difetto, possiamo calcolare che hanno frequentato i corsi di alpinismo, i 36 corsi, tra i 750 e gli 800 allievi e i 21 corsi di sci alpinismo dai 400 ai 450 allievi. Come abbiamo già detto, molti di questi sono diventati a loro volta istruttori e membri del Soccorso Alpino.